Franco Gamberini. Cartolina Monte delle Formiche 1927 - Veduta da Savazza
Questa bella cartolina, spedita nel 1927, mi è stata inviata dall'amico Franco Gamberini. Franco, pur risiedendo attualmente a Modena, è legato a Monterenzio dai ricordi e da origini famigliari. La sua mamma, Maria Nella, è nata a Monterenzio, in una casa posta vicino a via Pradella, Ca' dei Bartoletti.
Sul recto della cartolina è riprodotto un panorama, sul quale è impressa la didascalia "Monte delle Formiche (Monterenzio) Altezza m. 598". In effetti, in lontananza, si scorge la sagoma imponente del massiccio montuoso che da il nome alla cartolina; una sagoma che i monterenziesi conoscono bene.
E' necessaria una precisazione, però.
Pur essendo così incombente sul territorio comunale di Monterenzio, il Monte appartiene al comune di Pianoro ed è la parte terminale di un fronte roccioso che si sviluppa per una quindicina di chilometri attraversando ben cinque valli: Reno, Setta, Savena, Zena, Idice. Esso ospita sulla sua sommità, sin dai tempi antichi, un edificio sacro dedicato alla Natività di Maria Vergine, il cui primo nome fu Santa Maria Barbarese. In seguito la chiesa fu rinominata Santa Maria di Zena. I più la chiamano con il nome di Madonna del Monte delle Formiche.
Conclusa la doverosa precisazione sull'apparteneza territoriale del soggetto che da il nome alla cartolina, voglio farvi notare che il particolare più interessante per la memoria del nostro territorio è invece ritratto in primo piano, nella parte bassa dell'immagine. Se guardate bene, scorgerete una passerella che attraversa l'Idice e, subito dietro, due rilievi dalla quota non elevata. Quella passerella permetteva ai viandanti di scavalcare l'Idice senza doversi bagnare i piedi. Il panorama parrebbe essere stato ritratto a Savazza.
Sul dorso della cartolina è presenta la classica ripartizione che siamo abituati a vedere. Al centro, una riga verticale separa gli spazi deputati al messaggio e all'indirizzo del destinatario e il segnaposto per il francobollo.
Edita dalla ditta G. Garioni di Piacenza, la cartolina è stata spedita il 29 dicembre 1927 da Monterenzio per Casalecchio di Reno e reca un messaggio augurale per il nuovo anno.
NB: Franco Gamberini è anche autore di libri. Suo è il libro La "Scuola Libera di Monterenzio" nel quale narra la "Nascita ed istituzione della Scuola d'Avviamento Professionale a tipo Agrario Maschile ed Industriale Femminile nel comunedi Monterenzio (BO)" istituita nei primi anni '50 del XX secolo. Una storia che solo pochi ricordano ed ai più sconosciuta.
PS: Di cartoline aventi come soggetto il Monte delle Formiche e recanti nella didascalia il nome Monterenzio e Monte delle Formiche accomunati ne furono stampate diverse versioni. Esse differiscono per la diversa prospettiva del soggetto, per la composizione delle immagini, per il colore della stampa, per la collocazione della didascalia e il diverso carattere tipografico utilizzato per il testo della didascalia stessa.
Tutte le cartoline pubblicate in precedenza, sono visibili nella sezione A'marcord --> Vecchie cartoline .
- Cartolina Monte delle Formiche (Monterenzio) Altezza m. 598.
La cartolina mostra in primo piano una passerella che scavalca l'Idice, forse posta in località Savazza.
G. Garioni Piacenza. Edita in formato piccolo (13,7 cm. x 8.8 cm.)
Cartolina viaggiata - anno 1927
(Collezione Franco Gamberini - Pubblicata per sua gentile concessione)
Puoi vedere le altre cartoline già pubblicate, su Monterenzio e le sue frazioni, cliccando sui nomi sotto riportati
- Bisano
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Monterenzio 1924. Un salto indietro nel tempo
Se potessimo fare un salto indietro nel tempo, diciamo di cento anni, al 1921 per esempio, vedremmo un paese scarsamente popolato, 4.046 abitanti (*), con la popolazione distribuita su un vasto territorio punteggiato qua e là da chiese, case sparse e da qualche borghetto. Tali edifici, sorti in epoche precedenti, anche secoli prima, mostrano chiaramente la loro vetusta età attraverso certi particolari architettonici ed il loro stato.
Vedremmo un paese che, appena tre anni prima, aveva visto concludersi la Grande Guerra e, negli anni precedenti, dal 1915 fino alla conclusione di quel conflitto, aveva visto partire per il fronte e mai più ritornare numerosi suoi abitanti (**). Le braccia di quegli uomini, quindi, erano venute a mancare alle famiglie, che ne avevano fortemente risentito, e con esse l’economia dell’intero comune.
Le vie di comunicazione principali, la Val d’Idice e la Val di Sillaro, erano state da poco terminate. Erano le cosidette "Strade Comunali Obbligatorie" che una legge apposita del Regno d'Italia, la n. 4613 del 30 agosto 1868, aveva obbligato i comuni a costruire. Le nuove strade avevano permesso di collegare il nostro territorio alla provincia di Bologna ed ai comuni circostanti, portando benefici alla comunità agevolando gli spostamenti delle persone ed il trasporto dei prodotti locali verso nuovi mercati. Nonostante la presenza delle due nuove strade, però, fra le frazioni e le case sparse i collegamenti avvenivano ancora percorrendo vie di crinale (Via della Collina, detta anche Via della Costa), cavedagne, mulattiere e sentieri, che nei periodi invernali erano di difficile praticabilità.
La povertà era diffusa e gran parte degli alimenti che si consumavano provenivano dai campi e dagli orti che le famiglie coltivavano oppure dal bestiame che possedevano. La dieta alimentare, poco variegata, era legata alla stagionalità dei prodotti.
La maggior parte della popolazione era dedita all’agricoltura e alcuni paesani svolgevano attività artigianali ad essa collegate. Poche erano le attività legate al commercio di prodotti commestibili ed alla fornitura di servizi.
Infine, non mancava chi si occupava della cura del corpo e delle anime dei nostri antenati, ma anche chi si dedicava alla cura degli animali, fonte primaria di sostentamento dell’economia contadina.
Vediamo, dunque, un elenco di attività presenti sul nostro territorio nel 1924 (1); sono state estrapolate da documenti del Ministero delle Finanze Direzione Generale delle Imposte dirette. E' l'elenco delle attività di Monterenzio che, in quell'anno, produssero un reddito. Sono suddivise per tipologia di attività.
- (1) Trascrizione dell'elenco dei contribuenti di Monterenzio per l'anno 1924
tratto dalla pubblicazione del Ministero delle Finanze
Imposta sui Redditi di Ricchezza Mobile - Elenco dei contribuenti privati - Provincia di Bologna
- Pagina tratta dalla pubblicazione del Ministero delle Finanze
Imposta sui Redditi di Ricchezza Mobile - Elenco dei contribuenti privati - Provincia di Bologna
anno 1924
(da Web)
(*) 4.046 abitanti al censimento del 1921. NB: La frazione di San Benedetto del Querceto, dal 1865 al 1931, non appartenne al comune di Monterenzio.
(**) I loro nomi, ottantasei per la precisione, sono incisi su due lapidi di marmo poste all’interno del municipio. A questi nomi bisogna aggiungere quelli segnati su una lapide posta all’interno del cimitero di San Benedetto del Querceto. L’elenco dei caduti di Monterenzio si protrae anche dopo la data di cessazione della guerra; si contano caduti fino al 1920. Vai all'elenco dei Caduti
Marco Atti. Grande Guerra Cartoline 1915 e 1916
Nel corso della grande guerra, tra il 1915 e il 1918, i due servizi postali italiani, civile e militare, smistarono e recapitarono un numero impressionante di lettere e di cartoline; poco meno di 4 miliardi.
Sì, avete capito bene. La cifra è stata calcolata a tutto il 31 dicembre 1918. I due servizi smaltirono una media giornaliera di 3.000.000 di missive.
Si trattava di lettere e cartoline che viaggiavano per tre direttrici; dal fronte verso casa, da casa per il fronte e da fronte a fronte. Queste missive rappresentavano per i nostri soldati sradicati da casa, dagli affetti e dal calore famigliare, il cordone ombelicale che ancora li legava ai propri cari.
Oggetto di questo scritto sono proprio quattro cartoline riguardanti quel periodo, appartenenti alla mia collezione; solo tre di esse, però, hanno viaggiato e di queste tre soltanto due sono transitate per Monterenzio. Sono state spedite nel corso dei primi due anni di guerra.
La prima cartolina (1) ha viaggiato nel 1915, la seconda e la terza (2) e (3) nel 1916. La quarta (4) è una tipica cartolina "in franchigia", una di quelle fornite dal Regio Esercito Italiano ai militari impegnati al fronte. Quest'ultima, non fu mai compilata e spedita. Cartoline simili le potete reperire sul web.
Alcune considerazioni sulle prime tre.
Non sono le tipiche cartoline "in franchigia" del R. Esercito, cioè quelle distribuite dalle strutture militari ai soldati, recanti la dicitura "Cartolina postale Italiana in franchigia" "Corrispondenza del R. Esercito" ed usate dai soldati per scrivere ai loro cari. Furono prodotte da privati, supplendo all'iniziale carenza di cartoline in franchigia fornite dal R. Esercito. La cartolina (1) ha un chè di patriottico. Sul recto sono presenti due bandiere incrociate sormontanti la scritta 1915, anno dell'entrata in guerra dell'Italia. Una curiosità, i due piccoli drappi colorati delle bandiere sono pezzetti di tessuto sagomato e incollato sul cartoncino della cartolina. A fianco e sotto le bandiere, la mittente ha scritto il suo messaggio. Sul verso della cartolina sono presenti la stampigliatura "cartolina postale" con sotto due righe verticali, un poco decentrate verso sinistra, che hanno la funzione di ripartirla in due spazi. Lo spazio alla destra del divisorio è dedicato all'indirizzo del destinatario, quello alla sua sinistra è riservato al messaggio. In questo caso è rimasto vuoto.
Il destinatario di questa cartolina era il Capitano Marcello Rota, inquadrato nel 157° Reggimento di Fanteria, alle dipendenze della 33a Divisione. Il suo reparto era dispiegato al fronte, in una località indicata genericamente con "Zona di Guerra". Notate bene: era assolutamente proibito, per segretezza, scrivere sulle missive i nomi dei luoghi dove le truppe erano schierate, nel timore che spie nemiche potessero trarre dalle cartoline informazioni preziose sulla dislocazione delle nostre truppe.
Concludo la descrizione di questa cartolina con una nota triste riguardante il suo destinatario, il Capitano Marcello Rota.
Facendo ricerche sul suo conto, ho scoperto che egli era nativo di Bozzole, provincia di Alessandria, e morì in combattimento per ferite. Dai documenti che ho trovato su di lui, però, egli sarebbe appartenuto a due reggimenti diversi e sarebbe deceduto in due date diverse.
Secondo l’Albo d’Oro dei Caduti, era in servizio attivo nel 12° Reggimento Fanteria e sarebbe morto il 15 giugno 1916, nella 33a Sezione di Sanità, per ferite riportate in combattimento. Gli fu assegnata la Medaglia D’Argento al V.M. con la seguente motivazione**: “Rota Marcello, da Bozzole (Alessandria), capitano reggimento fanteria. Durante un violento bombardamento nemico, durato quasi ininterrotto per tre giorni consecutivi, tenne con mirabile calma ed energia, il comando della propria compagnia, resistendo validamente a tutti gli attacchi sulla fronte tenuta dal suo reparto. Caduto gravemente ferito mentre incitava i propri soldati alla resistenza, incontrava poco dopo morte gloriosa. Monte Zovetto, 15-16 giugno 1916.”
Però, c’è un però.
Sfogliando la storia della Brigata Casale, il suo nome non è presente nell'elenco dei caduti del 12° Reggimento di Fanteria.
Se, invece, diamo credito alla Storia della Brigata Liguria, 157° Reggimento di Fanteria, e qui il Capitano Rota è indicato fra i caduti di quel reggimento, egli sarebbe morto il 15 giugno 1915, sul Monte Nero, proprio il giorno in cui il suo Reggimento tornava nelle retrovie per qualche giorno di riposo. (Pertanto, egli non potè leggere questa cartolina, che gli era stata inviata il 5 dicembre 1915, sei mesi dopo la sua morte.)
(La Brigata Liguria, della quale faceva parte il 157° Reggimento di Fanteria del Capitano Rota, il 4 giugno 1915 si era trasferita sul Monte Korada e, in pochi giorni di combattimento, giunse ad occupare la sponda destra dell’Isonzo, nel tratto Goljevo - Anhovo - Lozice. Il 15 giugno tornava nelle retrovie.)
** Motivazione tratta da: Istituto del Nastro Azzurro - I Decorati al Valor Militare, pagg. 869-870 Rota Marcello (1917 Medaglia d'Argento).
- (1) Cartolina con due bandiere incrociate sormontanti l'anno 1915
Edita in formato piccolo (13,8 cm. x 9 cm.) non porta dati identificativi del produttore
Cartolina viaggiata - anno 1915
(Collezione Atti)
Per quanto riguarda le cartoline (2) e (3), potremmo dire che, a prima vista, sembrano cartoline paesaggistiche, dato che entrambe presentano sul recto immagini riproducenti paesaggi, accompagnati da frasi poetiche. In realtà si tratta di cartoline di guerra. Ciò che le identifica come tali è la scritta "Zona di Guerra", presente sul verso di entrambe di fianco della data di spedizione.
Ambedue le cartoline sono transitate per Monterenzio. Presentano sul verso la tipica bipartizione degli spazi; parte sinistra dedicata al messaggio, parte destra riservata all'indirizzo.
Una cosa, in particolare, colpisce. Esse sono state spedite dalla stessa persona, un certo Ferruccio Bussolari.
La cartolina (2), spedita il 9 settembre 1916 e passata per Monterenzio il 13 settembre 1916. Mostra sul recto l'immagine di un paesaggio marino con sotto riportata una frase poetica, tratta da una poesia di Giosuè Carducci. L'altra cartolina, la (3), è stata spedita qualche giorno dopo, il 13 settembre 1916 ed è transitata per Monterenzio il 17 settembre. Anch'essa mostra sul recto un paesaggio ma, in questo caso, si tratta di un paesaggio fluviale e la frase poetica tratta da una poesia di Andrea Maffei.
Entrambe le caroline contengono sul verso gli affettuosi messaggi che Ferruccio aveva inviato alla figlia, residente a Santa Maria di Zena (Crocetta), Monte delle Formiche, Provincia di Bologna. Sono messaggi simili tra di loro. Nella cartolina (2) Ferruccio scrive "Sempre ricordandoti, baci ed abbracci dal tuo babbo". Nella cartolina (3) "Sempre ti sogno, e sempre ti penso, baci ed abbracci dal tuo babbo". Entrambe le cartoline sono state reindirizzate ad un nuovo recapito in Bologna. La figlia, dopo che il padre era partito per il fronte, si era trasferita a Bologna ed il genitore non ne era stato informato?
- (2) Cartolina con paesaggio marino - Corredato da frase poetica di Giosuè Carducci
Edita in formato piccolo (13,9 cm. x 9 cm.) Prodotta da IPA CT fotocolor - n. 41
Cartolina viaggiata - anno 1916
(Collezione Atti)
- (3) Cartolina con paesaggio fluviale - Corredata da frase poetica di Andrea Maffei
Edita in formato piccolo (13,9 cm. x 9,1 cm.) Prodotta da IPA CT fotocolor - n. 34
Cartolina viaggiata - anno 1916
(Collezione Atti)
La cartolina (4) è una cartolina "in franchigia", una di quelle che il Regio Esercito Italiano produsse in quantità industriale e distribuì ai militari impegnati sui vari fronti. Sul recto della cartolina il soldato doveva compilare i campi predisposti, mentre il verso era dedicato al messaggi per il destinatario. Le cartoline in franchigia del R. Esercito vennero stampate numerose versioni, diverse per le immagini del recto e impaginato. I nostri militari poterono disporre, inizialmente, di tre cartoline alla settimana. In seguito il quantitativo venne aumentato a sette, per settimana. Infine, il quantitativo venne ridotto a 4, sempre per settimana.
- (4) Cartolina R. Esercito - Corrispondenza in franchigia (Tipo 1918)
Edita in formato piccolo (14 cm. x 9 cm.)
Cartolina non viaggiata - anno 1918
(Collezione Atti)
Tutte le cartoline pubblicate in precedenza, sono visibili nella sezione A'marcord --> Vecchie cartoline .
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Luigi Fantini. Case e torri antiche dell'Appennino bolognese
Restando in tema di libri riguardanti l'edilizia civile rurale degli antichi edifici dell'Appennino bolognese, concludo la presentazione dei libri che raccolgono l'apparato fotografico realizzato da Luigi Fantini su questo argomento.
Dei due volumi pubblicati sotto il titolo "Antichi edifici della montagna bolognese ", editi nel 1971, ho già avuto modo di parlare.
Oggi propongo "Case e torri antiche dell'Appennino bolognese". In realtà, esso, fu il primo libro che Fantini pubblicò sull'argomento e precedette i due grossi volumi "Antichi edifici della montagna bolognese" di ben 11 anni. Infatti, fu pubblicato nel 1960.
All'interno dell'opera troviamo 214 foto di Luigi Fantini e 43 disegni di suo nipote Enrico Fantini, oltre a testi riportanti notizie storiche. La foto sono presentate in ordine alfabetico, per località; si va da Affrico a Vimignano.
Purtroppo codesto libro ebbe scarsa fortuna e diffusione.
Come mai avvenne ciò? Le motivazioni le scrive Enzo Busatta all'interno della rivista Quaderni del Savena n. 14 2014/2015, parte seconda, alle pagg. 119-120 in Enrico e Luigi Fantini: l’artista e l’esploratore, testimoni di un paesaggio mutato nel tempo.
"Luigi Fantini nel 1960 diede alle stampe Case e torri dell’Appennino Bolognese.(6) In questo volume venivano pubblicate solo una piccola parte dei rilievi fotografici e grafici da lui realizzati assieme al nipote Enrico. Infatti, erano state selezionate solo 214 fotografie tra le tante che Luigi Fantini aveva nel suo archivio. Nacque così un libro pregevole per la qualità, anche se, la sua storia non fu felicissima, anzi Enrico più volte ricorderà che fu per lo zio una delusione. La distribuzione non avvenne nelle librerie, come si fa normalmente, ma privatamente ad amici conoscenti e l’autore non ebbe alcun compenso. Non meraviglia se il libro passò inosservato, ed è un peccato perché si trattava di un importante raccolta sulla storia delle case antiche dell’Appennino bolognese, un’anticipazione dei volumi pubblicati tra il 1971 e il 1972.(7)
(6) Fantini L., Case e torri antiche dell’Appennino bolognese, Bologna, Società tipografica Mareggiani, 1960
(7) Fantini L., Antichi edifici della montagna bolognese, Bologna, Cassa di risparmio, 1971-72, 2 voll."
E' un libro raro e di difficile reperibilità. Lo trovate, comunque, nelle biblioteche.
Nota locale: Una delle primissime fotografie eseguite da Luigi Fantini nel 1939 ritrae l’antico edificio con torre, sito a Pizzano, detto il Palazzino.
NB: Le fotografie riguardanti Monterenzio sono 10.
Più esattamente:
Castelnuovo di Bisano, 1 foto: pag. 31
(Casa Buganè, 1 foto - anno 1947) Viene indicato come in comune di Loiano.
Monterenzio, 6 foto: pagg. 81-82-83
(“La Torre”, 4 foto - anno 1939)
(“Cà di Piè” - nel borghetto di Scaruglio, 1 foto - anno 1939)
(Altra antica casa - nel borghetto di Scaruglio, 1 foto - anno 1939)
Pizzano, 2 foto: pagg. 102-103
(Torre di Cà di Jano, 1 foto - anno 1939)
(Casa “Il Palazzino”, 1 foto - anno 1939)
Rignano, 1 foto: pag. 105
(Cà di Sasso, 1 foto - anno 1941)
Indice del libro
Da pag. VII a pag. XIX Premessa di Luigi Fantini.
Da pag. 3 a pag. 142 sono presentate le fotografie di Luigi Fantini, i disegni di Enrico Fantini e di altri autori.
Da pag. 143 a pag. 177 l'appendice con note esplicative alle fotografie.
- L'immagine riproduce la copertina del libro di Luigi Fantini
Case e torri antiche dell'Appennino bolognese
Edito nel 1960
© Copyright dell'Editore - Tutti i diritti sono riservati
Collezione Atti
Luigi Fantini. Antichi edifici della montagna bolognese
L’autore di questi due libri, Luigi Fantini, ricercatore naturalista autodidatta, fu un personaggio poliedrico e si interessò di molti aspetti del vivere umano. Nel corso della sua pluriennale attività di “Ricercaro Appenninico”, come amava definirsi, rivolse i suoi interessi verso varie discipline scientifiche: spaziò dalla speleologia alla mineralogia, dalla paletnologia all' archeologia, ma anche all'architettura appenninica storica e alle tradizioni e alla cultura locale.
I due volumi dedicati agli Antichi edifici della montagna bolognese, dei quali pubblico qui sotto le copertine, sono il frutto delle energie che il Fantini profuse in uno dei tanti campi di ricerca ai quali rivolse i suoi interessi; quello dell'edilizia civile rurale degli antichi edifici dell’Appennino bolognese, della quale il Fantini ne intuì per primo l’importanza e la necessità di documentarla, per poterne tramandare la memoria.
Due volumi preziosi e non facili da trovare, se non nelle biblioteche.
Per realizzarli furono utilizzate le foto che Luigi Fantini produsse nel corso della sua vasta campagna fotografica di censimento e rilevazione delle antiche costruzioni presenti sull’Appennino bolognese; campagna iniziata nel 1939 e portata avanti con meticolosa cura fino al 1942 quando, a causa della guerra, dovette temporaneamente sospenderla. Poté riprenderla nel giugno del 1945, protraendola fino ai primi anni del 1970.
L’effettiva importanza del lavoro svolto dal Fantini e della sua lungimirante intuizione fu evidente nel dopoguerra, giacché numerosi edifici che egli aveva ritratto prima del 1942 erano stati rasi al suolo ed altri erano stati talmente danneggiati e resi pericolanti da dover essere completamente demoliti e sostituiti da nuove costruzioni.
L’unica testimonianza che restava di quel patrimonio architettonico, per sempre andato perduto, erano le sue foto ed i disegni realizzati dal nipote Enrico, che lo aveva accompagnato nel corso dei numerosi sopralluoghi.
Il censimento del Fantini precorse quelle che furono, in tempi più recenti, le campagne di censimento dei beni culturali.
La pubblicazione delle tantissime foto in bianco e nero del Fantini, assieme agli accurati disegni di suo nipote Enrico Fantini ed ai testi con le notazioni riguardanti la storia dei luoghi dove sono state eseguite le foto, portò alla realizzazione di due volumi di grande formato e con numerose pagine, (25 x 35 spessore 3 cm., e 4,2 cm. il secondo), nonché di notevole peso, (rispettivamente 2,7 Kg il primo e 3,6 Kg. il secondo).
Comprendo bene che il peso di una pubblicazione non sia un giusto parametro da assumere per valutare dei libri.
Se è vero il detto “Non si giudica un libro dalla copertina" è altrettanto vero che non si giudica neppure in base al suo peso.
Questi due libri vanno giudicati e apprezzati per l’originalità del contenuto fotografico-documentaristico e per la funzione divulgativa che hanno svolto e continuano tutt’ora a svolgere, tramandando la memoria di una cultura rurale ormai scomparsa. Sono da considerare libri la cui consultazione è fondamentale per la conoscenza del patrimonio storico e architettonico della montagna bolognese.
Quest'opera ebbe una prima edizione del novembre del 1971. Fecero seguito diverse ristampe: 1972, 1974, 1976, 1992.
Volendo fare una consultazione mirata all'interno dei libri, per cercare una determinata località, sappiate che dovete cercarle per ordine alfabetico. In capo alle pagine sono segnati i comuni di appartenenza. Il volume primo comprende le località dalla A alla L, il volume secondo dalla M alla Z.
NB: Nel 1960 venne dato alle stampe un altro libro con foto del Fantini e disegni del nipote Enrico, dal titolo Case e torri antiche dell'Appennino bolognese, ma non ebbe la stessa fortuna e risalto di questi.
Nota locale: Una delle primissime fotografie eseguite da Luigi Fantini nel 1939 ritrae l’antico edificio con torre, sito a Pizzano, detto il Palazzino.
NB: Le fotografie riguardanti Monterenzio e frazioni sono suddivise tra primo e secondo volume.
Più esattamente:
Vol. I
Bisano, 4 foto: pagg. 133-134
(Oratorio di Ss. Sebastiano e Rocco, 2 foto - Rispettivamente anni 1938 e 1970)
(Borgo di Bisano - Casa Cella, 1 foto - anno 1962)
(Casa detta “Trebbo della Legna”, 1 foto - anno 1970)
Cassano, 2 foto: pag. 210
(Casa “La Villa”, 2 foto - Rispettivamente anni 1939 e 1970)
Castelnuovo di Bisano, 9 foto: pagg. 226-227-228-229
(Casa “Lavacchiello”, 7 foto - anno 1967)
(La Torre di Castelnuovo, 1 foto - anno 1966)
(Casa “Buganè Piccolo”, 1 foto - anno 1940)
Vol. II
Montecerere, 1 foto: pag. 149
(Pieve di Monte Cerere, 1 foto - anno 1941)
Monterenzio, 16 foto: pagg. 174-175-176-177-178-179-180-181-182-183-184
(“La Torre”, 4 foto - Rispettivamente anni 1939 e 1968)
(Chiesa di S. Stefano - Rovine, 1 foto - anno 1950)
(Casa “ I Poggioli”, 1 foto - anno 1939)
(Oratorio di S. Andrea di Scaruglio, 2 foto - anno 1969)
(“Cà di Piè” - borghetto di Scaruglio, 2 foto - anno 1939)
(Casa “Serraglio”, 2 foto - anno 1966)
(Casa “ll Casone”, 1 foto - anno 1969)
(Antiche case nel borghetto di Belsedola, 3 foto - anno 1939)
Pizzano, 5 foto: pagg. 309-310-311-312
(Chiesa di S. Biagio di Pizzano - con Castelloni, 1 foto - anno 1939)
(Vedute dei Castelloni, 2 foto - anno 1935)
(“Cà di Iusso”, 1 foto - anno 1939)
(Casa “Il Palazzino”, 1 foto - anno 1939)
Rignano, 1 foto: pag. 342
(“Cà di Sasso”, 1 foto - anno 1941)
Sassuno, 1 foto: pag. 399
(Casa “La Torretta” di Sassuno, 1 foto - anno 1969)
Vol. II
A pagg. 532-533 pianta, su due pagine, indicante le località comprese nei due volumi.
Da Pag. 535 a 540 Indice dei luoghi e degli edifici, suddiviso in quattro parti:
1. Località, 2. Case, 3. Chiese, 4. Edifici vari.
- L'immagine riproduce la copertina del 1° Volume, Affrico - Luminasio, del libro di Luigi Fantini
Antichi edifici della montagna bolognese
Edito nel 1971
© Copyright dell'Editore - Tutti i diritti sono riservati
Collezione Atti
- L'immagine riproduce la copertina del 2° Volume, Maiola - Zola Predosa, del libro di Luigi Fantini
Antichi edifici della montagna bolognese
Edito nel 1971
© Copyright dell'Editore - Tutti i diritti sono riservati
Collezione Atti
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Il baule dei ricordi
Vecchie cartoline, foto ingiallite dal tempo, foto di guerra, strumenti di lavoro, oggetti del tempo passato...
Riaffiorano i ricordi
venti
13 Novembre 2014
"Pro Loco Monterenzio. Assemblea informativa"
Presso la sala consiliare del Municipio di Monterenzio
Via Idice 1
alle ore 20,30
Incontro pubblico informativo "Pro Loco Monterenzio: Sviluppi e possibilità"
8 Novembre 2014
"Pattinaggio Monterenzio Saggio d'Autunno"
Presso la palestra Menestrina di Monterenzio
Via Idice 220
alle ore 20,00
Le atlete di "Pattinaggio Monterenzio"
presentano
Saggio d'autunno
8 Novembre 2014
"30 anni di Pubblica Assistenza"
Presso la sede della Pubblica Assistenza di Monterenzio
alle ore 16,00
La Pubblica Assistenza invita la cittadinanza,
a festeggiare i
30 Anni di Pubblica Assistenza
8 e 9 Novembre 2014
"Festa dei marroni e Mercato contadino"
Presso la Palestra Comunale di Monterenzio
La Polisportiva,
con il patrocinio del Comune di Monterenzio
Vi invita a partecipare alla
Festa dei marroni e Mercato contadino
spiti
Denise Bartoli
Aiutiamo Denise
Edmondo Gaibazzi
Una bellissima cartolina
Franco Gamberini
Una bellissima cartolina
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